Pubblicato: sabato 11 febbraio 2023
- di
Emiliano Grilli
categoria: Audio.
tags: | linux | audio player | audio |
Supporti musicali di ieri e di oggi
Oggigiorno gli ascoltatori di musica si sono quasi completamente
astratti dal
medium,
dal formato fisico in cui la musica è distribuita, che è stato
rappresentato storicamente da vinile, nastro magnetico, musicassetta,
compact disc.
C'è stata una tappa intermedia, prima di passare alla musica in
streaming dal cloud cui siamo abituati oggi, e consisteva nel
detenere la musica
liquida come file sul
proprio hard disk o lettore portatile. Oggi è ancora possibile
utilizzare questo metodo per ascoltare la propria collezione musicale.
Ho già pubblicato un articolo su alcuni riproduttori di file audio
per Linux, ma in
questo articolo ci concentriamo su un approccio più client/server con
mpd.
Il formato che ha goduto del maggiore successo nel passaggio da musica
su formato fisico a musica liquida è stato sicuramente Mpeg layer 3 o
"mp3", che a fronte di una perdita
di qualità audio offriva fattori di compressione anche fino a 10
volte, e questo era molto importante quando internet era
prevalentemente dial-up e trasferire 70 MegaByte per una sola canzone
era improponibile.
Oggi questo è sempre meno vero sia per la velocità delle connessioni
sia per il costo dello storage che è sempre più basso. Un formato
molto usato che a differenza di mp3 non compromette la qualità audio è
il flac,
che mediamente comprime del 50% rispetto al file non compresso
(formato wav).
Considerazioni filosofiche sullo streaming musicale
Ai tempi dei supporti fisici acquistare un disco significava comprare
una copia che potevi ascoltare senza limiti a tempo indeterminato,
fino alla consunzione del supporto, e per molti di noi era proprio
questo il destino della nostra musica preferita, e più la ascoltavi
più il disco si rovinava. La tua copia, l'usura della tua copia era la
testimonianza del fatto che quella musica l'avevi ascoltata e
riascoltata centinaia di volte.
Il tuo disco potevi prestarlo ai tuoi amici, che magari se lo
registravano su una musicassetta, o lo usavano per fare un mixtape,
insomma non c'erano molti limiti sull'utilizzo privato che potevi fare
della musica contenuta nel disco. Certo, non potevi utilizzarlo per
fare eventi pubblici, diffonderlo via radio (ma dubito che le radio
libere degli anni '70 fossero così rispettose di questo limite),
eccetera. Soprattutto il disco era tuo per sempre, poteva essere
ereditato dai tuoi figli e dai tuoi nipoti, un po' come un libro, un
dispositivo di diffusione di cultura.
Il modello attuale di distribuzione della musica invece non prevede
che tu compri una copia del brano musicale o dell'album e poi puoi
ascoltarlo quando ti pare, ma puoi ascoltarlo a patto che tu abbia
pagato un abbonamento, oppure che tu accetti di subire messaggi
pubblicitari. Insomma non sei più tu che controlli la tua musica, ma
ti viene temporaneamente concesso di ascoltarla.
Certo, in cambio hai la possibilità di accedere in pochi secondi a
milioni di brani, con nessuna problematica di gestione di file o
supporti. Se ne va però la tua identità di audiofilo, di ascoltatore
critico, di collezionista, di fan.
Music player daemon, mpd
Ed ecco che finalmente dopo il pippone filosofico arriviamo al cuore
del tema di questo articolo, ovvero il software
mpd o music player daemon.
Si tratta di un comodo software che permette di suonare file
musicali in molti formati e che può essere controllato da remoto via
rete. Questo lo rende un candidato ideale per creare un player di
musica liquida casalingo. Installarlo su debian è semplicissimo:
Per installarlo su altre distribuzioni si può consultare il corposo
manuale online
Una volta installato è possibile configurarlo editando il file
~/.mpdconf
, anch'esso ampiamente documentato, ma le due principali
opzioni da impostare sono music_directory
che è la variabile che
contiene il percorso dove si trovano i file musicali (ad esempio
~/Musica
) e audio_output
che istruisce mpd sul tipo di driver
audio da usare, qui probabilmente type "pulse"
è una buona scelta su
debian stable, in attesa che pipewire diventi lo standard.
Qui può essere interessante anche configurare un audio output con
type "httpd"
che ci permette di creare uno stream del flusso audio da
servire via http che può essere poi ascoltato da un altro device sulla
rete.
Si possono configurare moltissime altre cose, ma queste sono i
settaggi essenziali che permettono di cominciare ad usare mpd.
Se vogliamo che il server mpd sia avviato automaticamente da systemd
come servizio dell'utente, possiamo usare questi comandi:
systemctl --user enable mpd.service
systemctl --user start mpd.service
Può essere utile anche consultare la guida sul wiki di debian (in
inglese)
Controllare mpd via rete
Come dicevo, la forza di mpd sta nel fatto di poterlo controllare da
remoto. In questo è veramente fantastico il potere dell'open source,
basta vedere la pagina relativa ai
client sul sito di mpd per rendersi
conto di quanti ne siano stati creati.
Personalmente ne uso due, uno per emacs chiamato
mpdel (che non è nemmeno elencato
nella pagina precedentemente citata) e uno per android chiamato
M.A.L.P che si può installare
dal
playstore
e poi è facilissimo da usare e configurare e funziona come un
telecomando in cui è possibile cercare all'interno della propria
libreria di file musicali, creare playlist, associare immagini delle
cover degli album automaticamente e altro. Davvero molto comodo.